Fondi europei, l'Europa promuove l'Emilia-Romagna
La Regione Emilia-Romagna sta per raggiungere il traguardo del pieno utilizzo dei Fondi europei - Por Fesr a sostegno di imprese, professionisti, enti pubblici, centri di ricerca. Rispetto alla dotazione complessiva di oltre 481 milioni di euro per il periodo 2014-2020, il 99,6% è stato destinato a 2.909 progetti, di cui 875 già conclusi, con investimenti totali per 749,5 milioni di euro. Numeri che attestano l’efficacia della programmazione, che lo scorso dicembre 2018 ha raggiunto e superato gli obiettivi di spesa e di risultato richiesti dalla Commissione europea per non subire riduzioni nelle risorse assegnate.
Questi dati sono emersi nel corso del Comitato di sorveglianza che si è svolto il 17 giugno 2019 a San Mauro Pascoli (FC) nella cornice di Villa Torlonia, dove visse il poeta Giovanni Pascoli, uno dei 20 beni culturali riqualificati in regione con risorse Por Fesr 2014-2020 per la valorizzazione delle risorse artistiche, culturali e ambientali.
Negli stessi giorni i Comitati di sorveglianza del Programma operativo del Fondo sociale europeo e del Piano di Sviluppo Rurale (Psr) hanno attestato un utilizzo al massimo delle potenzialità delle risorse europee assegnate alla Regione Emilia-Romagna, che risultano già stanziate per un totale di 2,2 miliardi di euro.
Il commento
“Al di là dell’aspetto tecnico- sottolinea il presidente Stefano Bonaccini- sono dati che confermano il nostro impegno a garantire la competitività dell’Emilia-Romagna e la coesione del nostro territorio. E lo facciamo non a parole, ma mettendo a disposizione del sistema produttivo e socioeconomico queste importanti risorse europee. Nel centrare gli obiettivi fissati dall’Unione europea, la Regione Emilia-Romagna dimostra poi ancora una volta la propria capacità di programmazione e di fare sistema, oltre allo straordinario lavoro delle strutture interne e dei collaboratori e dipendenti regionali, che ringrazio per la loro professionalità”.
Secondo il presidente della Regione, “troppe volte l’Europa viene vista come un ostacolo, quando, viceversa, attraverso efficienza e competenza possiamo utilizzare le leve reali di crescita e sviluppo che l’Europa rende disponibili estendendo diritti e buona occupazione. Possiamo quindi guardare avanti cercando di ridurre precariato e marginalità, impegnandoci per l’ambiente e la sostenibilità, a partire da quanto fatto in questi anni. Ecco perché abbiamo costruito un ecosistema diffuso dell’innovazione, in cui imprese, centri di ricerca, università, startup lavorano insieme per lo sviluppo di nuove soluzioni e competenze di alto valore tecnologico, arrivando a essere la Data Valley europea. E questo vuol dire anche nuovo lavoro e occupazione qualificata. E la capacità di fare rete- chiude Bonaccini- è ciò che stiamo portando nel dibattito europeo sul futuro della politica di coesione, con il no a ipotesi di taglio dei fondi europei, a cui stiamo contribuendo da protagonisti”.