Por Fesr 2014-2020, l’Emilia-Romagna riparte puntando su innovazione digitale e green economy
Nel corso del Comitato di sorveglianza del 28 maggio 2021 sono stati illustrati i risultati raggiunti dal Programma operativo regionale Fesr 2014-2020, che ha raggiunto un elevato livello di attuazione nel 2020. Un dato che conferma la capacità della Regione Emilia-Romagna di utilizzare al massimo le potenzialità dei Fondi europei e di rispettare i target fissati dalla Commissione europea, posizionandosi in cima alla classifica nazionale ed europea per stato di avanzamento dei programmi e velocità di spesa.
Al 31 dicembre 2020 sono stati impegnati 515,6 milioni di euro, il 107% della dotazione complessiva del Programma. I progetti selezionati dai bandi sono 2.245, di cui più del 97% conclusi. Gli investimenti complessivi generati dalle azioni del Programma sono pari a 794 milioni di euro. La necessità di dare sostegno al sistema sanitario regionale durante l’emergenza Covid-19 ha portato a destinare 190 milioni di euro del Programma per le Aziende e gli enti che lo compongono, assicurando la prosecuzione dei progetti approvati e poi sostituiti da queste spese con risorse del Fondo di sviluppo e coesione FSC. In generale, dall’attuazione del Programma emerge un quadro positivo in tutti gli assi di intervento: ricerca e innovazione, agenda digitale, competitività delle imprese, low carbon economy, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, città attrattive e partecipate.
Per fare solo alcuni esempi, grazie ai Fondi europei sono 248 i ricercatori assunti e 85 le startup innovative finanziate, 160 aree produttive sono state selezionate per l’attivazione della banda ultra larga con 131 collegamenti collaudati, 189 imprese hanno introdotto nuovi prodotti sul mercato e sono state attivate 1.336 relazioni commerciali, 170 veicoli a basse emissioni ambientali sono stati inseriti nel parco mezzi del trasporto pubblico, 9 beni di valore culturale e ambientale sono in fase di riqualificazione, 20mila persone sono state coinvolte nelle attività della Rete dei laboratori aperti.
Verso la programmazione 2021-2027
Regione d’Europa, ora più che mai. Forte dei risultati raggiunti finora, l’Emilia-Romagna punta alla nuova programmazione settennale di queste risorse con una visione di futuro condivisa con i cittadini e le comunità, le cui basi si trovano nel Patto per il Lavoro e per il Clima. Nel Documento strategico regionale per la programmazione unitaria delle politiche europee di sviluppo 2021-2027, approvato il mese scorso dalla Giunta regionale insieme alla Strategia di specializzazione intelligente S3, è disegnato il rilancio e lo sviluppo sostenibile dell’Emilia-Romagna dei prossimi anni, basato su tre asset strategici: innovazione digitale, green economy, new deal dei saperi e delle competenze. Un programma che tiene insieme le esigenze di breve periodo con le trasformazioni strutturali di lungo termine, per rafforzare le reti sociali, ricucire le distanze territoriali, puntare sull’occupazione di qualità, rafforzare la competitività del sistema economico-produttivo e l’attrattività della regione. Due i fattori chiave: la promozione della piena parità di genere quale motore di equità e di modernizzazione della società e il protagonismo delle giovani generazioni. Tutto questo grazie a una regione che attrae investimenti internazionali, forte di un ecosistema della ricerca e dell’innovazione che mette in rete imprese, centri di ricerca, università, enti di formazione, con una collaborazione tra il settore pubblico e quello privato che diventa leva di competitività.