Proposta della Regione per aderire a Step, la nuova Piattaforma per le Tecnologie strategiche per l’Europa

61,5 milioni di euro orientati su progetti di tecnologie digitali, pulite e biotech.

Nelle scorse settimane l'Emilia-Romagna ha presentato alla Commissione europea la proposta di rimodulazione del Programma regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale - Pr Fesr 2021-2027 per aderire alla nuova piattaforma Strategic Technologies for Europe Platform - Step, introdotta dal Regolamento (UE) 2024/795.

La riprogrammazione destina 61,5 milioni di euro per le tecnologie strategiche nella regione: 2,5 milioni di euro alle tecnologie digitali, 15 milioni alle tecnologie pulite, 12,5 milioni alle biotecnologie 11,5 milioni ad attività di ricerca e innovazione per sostenere gli investimenti delle imprese, incluse le grandi, che investono nello sviluppo e nella produzione di tecnologie avanzate.

L'obiettivo della piattaforma è ridurre le dipendenze dell'Unione in settori strategici e potenziare la competitività, adattando la base economica, industriale e tecnologica alle transizioni verde e digitale, sostenendo lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche, salvaguardando e rafforzando le catene del valore in questi ambiti.

Le tecnologie strategiche in Emilia-Romagna

La Commissione europea ha individuato come strategiche le tecnologie digitali, le tecnologie pulite e le biotecnologie.

Il settore delle digital technologies vede nel Tecnopolo Manifattura di Bologna una concentrazione di opportunità nell’ambito del supercalcolo con gli importanti investimenti già effettuati quali ad esempio il supercomputer Leonardo o il campione nazionale Centro nazionale di Ricerca in HPC, Big Data e Quantum Computing, finanziato dal Pnrr, che posizionano la regione e le sue imprese ad un livello di competitività internazionale, con un grande potenziale di incidenza sulle tecnologie Step.

A questi si aggiunge la nuova Bologna Quantum Alliance - Boqa, che va ad arricchire l’ecosistema dell’innovazione dell’Emilia-Romagna con un’intesa, siglata alla vigilia del G7 Scienza e Tecnologia, che riunisce Università di Bologna, Consorzio interuniversitario Cineca, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici - Cmcc, Consiglio Nazionale delle Ricerche - Cnr, Istituto Nazionale di Astrofisica - Inaf, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - Infn e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Ingv. L’accordo mette a sistema le tante competenze legate alla scienza quantistica, dalla ricerca fondamentale alle applicazioni scientifiche e industriali.

Quanto al settore delle biotecnologie, in Emilia-Romagna il distretto biomedicale è considerato il più importante del settore in Europa e terzo nel mondo, dove hanno sede imprese specializzate nella produzione di presidi medicali, apparecchiature e prodotti per applicazioni terapeutiche, che introducono innovazione continua anche a livello internazionale. Alle aziende operanti nel settore si affiancano diversi centri di ricerca specializzati: il Tecnopolo di Ozzano (Bologna) ed il Tecnopolo di Mirandola (Modena) che forniscono alle imprese servizi in grado di accrescere la capacità di ricerca e sviluppo. Inoltre, gli Istituti di ricovero e Cura a Carattere scientifico - Ircss, 5 pubblici e 2 privati,  svolgono attività di ricerca con impatti significativi sulla domanda di tecnologie e prodotti. Per rafforzare ulteriormente il settore, la Regione ha previsto poi di sviluppare con l’Università di Modena e Reggio Emilia il nuovo corso di laurea in Bioingegneria per l'innovazione in medicina, a partire dall’anno academico 2024/2025.

Anche il settore biofarmaceutico può contare su un comparto industriale ben sviluppato con numerose piccole e medie imprese ed alcune grandi imprese di rilevanza internazionale che hanno stabilito forti collegamenti con i centri di ricerca regionali nel campo dei biofarmaci, dalla ricerca e sviluppo alla produzione e commercializzazione.

Per il settore delle clean technologies, le imprese hanno avviato consistenti investimenti in materiali e innovazioni in grado di ridurre l’impatto sull’ambiente. Altrettanto rilevante è lo studio di queste tecnologie nei comparti del packaging e sulle fonti energetiche completamente rinnovabili quali l’idrogeno.

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