In aumento gli spazi collaborativi in Emilia-Romagna

Dal 2013 a oggi crescita esponenziale nell’intera regione, da 13 a 151 luoghi, tra cui i Laboratori aperti nati grazie ai Fondi europei

Gli spazi di collaborazione e di co-working sono luoghi di lavoro che ospitano persone molto diverse per provenienza, età, professione. Svolgono funzioni differenti, dal sostegno e avviamento per chi intraprende un lavoro o una nuova professione, all’accelerazione della carriera, fino al sostegno dal punto di vista sociale, identitario e di legittimazione professionale.

In Emilia-Romagna questi spazi sono aumentati di undici volte dal 2013, passando da 13 a 151, come emerge dallo studio sullo sviluppo degli spazi di collaborazione e dei co-working in Emilia–Romagna condotto dall’Università di Modena e Reggio Emilia, presentato a Bologna nel corso del convegno Cultura del fare, dell’intraprendere e del lavoro, organizzato da ART-ER nell'ambito del ciclo di incontri dedicati alla programmazione 2021-2027 dei Fondi europei in Emilia-Romagna.

I risultati della ricerca

L'unità di Ricerca del Dipartimento di Comunicazione ed Economia dell’UniMoRe ha avviato lo studio con una mappatura degli spazi di collaborazione in Emilia-Romagna, per studiarne la diffusione sul territorio, le tipologie più diffuse, gli obiettivi perseguiti, dimensioni e capienza. Gli spazi collaborativi censiti si trovano a Bologna per un terzo del totale con 49 spazi, Modena seconda (18), a seguire Forlì (15), Ravenna (14), Reggio Emilia (13), Ferrara e Rimini (12), Parma (11) e Piacenza (7), a testimonianza di un fenomeno che interessa tutti i capoluoghi di provincia.

In prevalenza (36%) si tratta di spazi di co-working ma c’è anche un numero rilevante di fab-lab (11%), incubatori e/o acceleratori (11%) e spazi polifunzionali (17%). Rientrano tra questi luoghi anche i Laboratori aperti, spazi urbani recuperati e finanziati dalla Regione Emilia-Romagna attraverso i Fondi europei Por Fesr 2014-2020 (7%) e gli hub culturali e/o creativi che accolgono al loro interno professionisti delle industrie creative, ma anche cittadini interessati alle tematiche artistiche e alla programmazione culturale proposta dallo spazio (9%).

In una seconda fase, il gruppo di ricerca ha intervistato 151 fra gestori e frequentatori di questi spazi con l’obiettivo di rilevare motivazioni ed esigenze dei lavoratori, impatti generati dalla frequentazione sulle professioni e caratteristiche dell’ecosistema in cui sono inseriti. Questo l'identikit dei gestori e dei frequentatori degli spazi: i primi sono per la maggior parte lavoratori autonomi o imprenditori, quasi tutti laureati o con specializzazione post-laurea; sono in prevalenza uomini (57% vs 43%), hanno in media meno di 40 anni e vivono nella stessa città in cui si trova lo spazio che gestiscono.
I frequentatori sono in prevalenza uomini (62,5% vs 37,5%), laureati o con specializzazione post-laurea; solo 2 su 10 sono lavoratori dipendenti, mentre c’è quasi una sostanziale parità fra giovani e senior, il 32% ha meno di 35 anni, il 30% è over 50.

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ultima modifica 2020-01-21T14:15:11+01:00
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