Fondi europei, l'Emilia Romagna corre
Saranno 87 i bandi e gli avvisi regionali approvati entro giugno, per un totale di 995,6 milioni di euro, quasi un terzo dei Fondi europei assegnati all’Emilia-Romagna con la nuova programmazione al 2027 (più di 3 miliardi di euro).
“A nemmeno un anno dall’approvazione dei Programmi da parte della Commissione europea, abbiamo già programmato un terzo delle risorse che ci sono state assegnate- sottolinea il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, Davide Baruffi, durante l’informativa alla Commissione politiche economiche dell’Assemblea legislativa sullo stato d'attuazione dei Programmi regionali Fesr e Fse+ e del Complemento di Programmazione per lo Sviluppo Rurale del Piano Strategico della PAC 2023-2027 - e l’impegno è mantenere questi tempi anche per la restante parte del totale dei fondi disponibili. Un quadro complessivo che tiene assieme diverse fonti di finanziamenti europei, realizzato grazie al coinvolgimento di tutto il sistema regionale e delle parti sociali con noi nel Patto per il lavoro e il Clima.”.
Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr)
Il Programma regionale Fesr 2021-2027 sostiene un rilancio capace di coniugare qualità del lavoro, incremento della produttività e valore aggiunto, innovazione tecnologica, ambientale e sociale, attrattività internazionale, accompagnando il sistema regionale nella transizione ecologica e nella trasformazione digitale e contribuendo a ridurre le diseguaglianze economiche, sociali, di genere, generazionali e territoriali. I dati del primo monitoraggio evidenziano un totale di 517,7 milioni, di cui 44,7 milioni sulla trasformazione digitale, per 30 bandi e 1.448 progetti presentati, di cui 702 già approvati; la terza tranche di bandi con finanziamenti Fesr è prevista da maggio a giugno 2023, con una dotazione di 17 milioni di euro da destinare a interventi per la conservazione delle biodiversità, per l’implementazione delle infrastrutture verdi e blu delle città, per il sostegno ai processi di innovazione sociale, allo sviluppo delle comunità energetiche e agli investimenti per le imprese culturali e creative.
Fondo sociale europeo Plus (Fse+)
In Emilia-Romagna il Programma regionale Fse+ si pone l’obiettivo di assicurare a tutte le persone il diritto di accedere a servizi di qualità e di accrescere le proprie conoscenze e competenze sostenendo percorsi di crescita professionale e la qualità dell’occupazione, accompagnando la transizione ecologica e digitale. Sono 302,7 milioni le risorse già allocate attraverso 43 avvisi, 718 operazioni approvate e oltre 10 mila persone coinvolte. Le attività finanziate dal Fondo sociale europeo si uniscono al Programma nazionale GOL, previsto dal Pnrr (Missione 5, Componente 1) per riqualificare i servizi di politiche attive del lavoro.
Strategie territoriali integrate
In commissione è stato fatto anche un primo punto sulle Strategie territoriali integrate Atuss (Agende Trasformative Urbane per lo Sviluppo Sostenibile) e Stami (Strategie Territoriali Aree Interne e Montane).
Con finalità diverse e specifiche, hanno come obiettivi quello di condividere con i territori scelte per il raggiungimento di obiettivi comuni, garantire il protagonismo degli enti locali e delle comunità nella programmazione 2021-2027, promuovere una governance multilivello, il pieno coinvolgimento dei partenariati locali e adottare un approccio multi-obiettivo e multi-fondo (Fse+, Fesr, Fsc, ecc.), massimizzando le opportunità del PNRR.
Rispetto alla precedente programmazione, la Giunta ha esteso la possibilità di elaborare le Atuss anche alle aree intermedie, ovvero alle Unioni di comuni con popolazione superiore ai 50mila abitanti e in possesso di determinati requisiti.
Le Atuss nella programmazione 2021-2027 sono 14: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna, Rimini, Cesena (con Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina), Nuovo Circondario Imolese, Unione Terre d’Argine, Unione Bassa Romagna, Unione Romagna Faentina. I fondi a sostegno delle Atuss sono pari a 109,3 milioni di euro, tra fondi Fesr e Fse+.
Le Stami coinvolgono le aree e i territori più fragili e periferici dell’Emilia-Romagna. Con l’obiettivo di contrastare gli squilibri territoriali, a partire da quello demografico, nella programmazione 2021-2027 coinvolgono non solo le aree individuate dalla Strategia nazionale delle Aree interne (comunque ampliate in numero di 3 rispetto al 2014-2020) ma l’intero territorio appenninico.
Alle aree Basso Ferrarese, Appennino Piacentino-Parmense, Alta Val Marecchia, Appennino Emiliano - aree pilota SNAI 2014-2020, confermate nel 2021-2027 - si sono aggiunte le aree Appennino Parma Est e Appennino Forlivese e Cesenate e Appennino Modenese (nuove aree SNAI 2021-2027) e le aree dell’Alta Val Trebbia e Val Tidone e dell’Appennino Bolognese. A sostegno 73,4 milioni di euro di Fondi Fesr e Fse+ e della Legge di stabilità. Un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi delle STAMI sarà garantito anche dal Programma per lo Sviluppo rurale.
Oltre alle Stami, per sostenere processi di sviluppo sostenibile delle aree interne e montane, la Giunta per il periodo 2021-2027 ha introdotto alcune ulteriori novità, tra cui il riconoscimento di criteri preferenziali di accesso agli strumenti e ai bandi messi in campo in attuazione dei Programmi; una riserva del 10% di ciascun Programma (Fesr, Fse +, Feasr); una prima assegnazione di risorse di assistenza tecnica pari a 30mila euro a supporto dell’elaborazione delle strategie e l’attivazione di un’azione di sostegno a favore degli enti locali coinvolti per rafforzarne le capacità di programmare e attuare gli interventi di sviluppo locale.