Transizione digitale, disponibili altri 11 milioni di euro
Altri 11 milioni di euro, che si vanno ad aggiungersi ai 25 milioni già stanziati nei mesi scorsi dalla Regione, così da sostenere complessivamente 453 progetti delle imprese emiliano-romagnole.
Il contributo regionale, a fondo perduto, va supportare investimenti complessivi pari ad oltre 90 milioni di euro. Sono interventi innovativi per introdurre nuove tecnologie nei processi produttivi e organizzativi, nei prodotti e servizi, nelle catene di distribuzione e vendita e nelle relazioni con i diversi attori delle filiere.
Si tratta di iniziative presentate nel bando per il Sostegno alla transizione digitale approvato dalla Giunta regionale, che ha stanziato così contributi complessivi per 36 milioni di euro, risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale Pr Fesr 2021-2027.
"Un segnale molto forte ed importante - dichiara l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla - per sostenere una spinta agli investimenti davvero significativa che va oltre ogni previsione. La digitalizzazione delle nostre imprese rappresenta una delle sfide più importanti nel percorso di transizione intrapreso, che la nostra regione sta interpretando al meglio, assicurando investimenti pubblici e privati senza precedenti".
Una misura a supporto in particolare delle Pmi del territorio emiliano-romagnolo per accrescerne la competitività a livello nazionale e internazionale, promuovendo sia la fase di progettazione sia quella di realizzazione e adozione di soluzioni innovative in campo digitale. Tutti interventi che dovranno necessariamente avere una specifica attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale. Introdotto, infatti, il principio DNSH, ovvero l’obbligo di sostenibilità per contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Sono state riconosciute premialità: per le imprese che si trovano nelle aree interne e in quelle montane dell’Emilia-Romagna, con l’obiettivo di ridurre gli squilibri e le diseguaglianze territoriali regionali che tendono a pesare soprattutto sulle aree più lontane dalle maggiori direttrici di sviluppo; per l’assunzione di personale con competenze nel settore Ict o dell’organizzazione aziendale, per l’impresa femminile o giovanile, per il rating di legalità.