Parma, nasce l'Archivio dal vivo nell'Abbazia di Valserena

Realizzato con il sostegno dei Fondi europei. L'Assessore Felicori: “Orgogliosi di aver contribuito alla nascita di un progetto unico in Italia"

Da luogo di conservazione, studio e catalogazione di opere e fondi d’arte a spazio multifunzionale aperto per le visite al pubblico, dove si integrano un archivio, un museo e un centro di ricerca e didattica. Con l’inaugurazione in anteprima sabato 20 novembre 2021 della mostra dell’artista bolognese Eva Marisaldi, ha preso ufficialmente il via l’Archivio dal vivo, il nuovo percorso espositivo che si snoda all’interno della splendida Abbazia cistercense di Valserena, alle porte di Parma, che ospita il prestigioso Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma Csac. All’inaugurazione erano presenti l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, e il rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei.

Il progetto è stato avviato grazie ai Fondi europei, con un contributo di 700 mila euro di risorse Por Fesr 2014 - 2020 per la valorizzazione delle risorse artistiche, culturali e ambientali, a fronte di un investimento complessivo dell’Università parmense di 2 milioni di euro, nell’ambito degli interventi a favore di Parma Capitale Italiana della cultura 2020-2021.

Storia del progetto

L’Archivio dal vivo è il punto di arrivo di un percorso avviato sotto la guida di Jeffrey Schnapp, celebre storico e designer statunitense e figura di riferimento nel campo delle “digital humanities” (informatica umanistica), che dal 2015 ha affiancato il Centro nel percorso di ripensamento del proprio ruolo. 

Il progetto è basato sull’idea di apertura dell’archivio Csac, al cui interno sono conservati oltre 12 milioni di materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana dai primi decenni del XX secolo ai giorni nostri. 

Le collezioni ospitate nella suggestiva cornice degli ambienti dell’Abbazia, conosciuta anche come Certosa di Paradigna in riferimento al celebre romanzo di Stendhal, sono state riorganizzate secondo un ordine alfabetico che sovverte le cronologie e le divisioni per genere, lasciando solo alla segnalazione grafica, che accompagna il percorso, il compito di ricondurre a ciascuna delle cinque sezioni che formano l’archivio - Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo – le opere custodite in ogni ambiente. Il deposito consente così al visitatore di entrare in diretto contatto con documenti grafici, immagini, manifesti e figurini ordinati per progetti nelle cassettiere, rendendosi subito conto dell’importanza e della vastità dell’archivio. 

Con la realizzazione del progetto il Csac si candida inoltre a diventare centro di sperimentazione anche per i curatori e i conservatori, che potranno così proporre nuove modalità di lettura delle collezioni ospitate nel Centro studi che fa capo all’Università di Parma. 

Non hai trovato quello che cerchi ?