Avviato il percorso verso il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima
Un nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, per sostenere la ripartenza dell’Emilia-Romagna e porre basi forti e concrete a uno sviluppo sostenibile, equo, veloce, semplificato. È partito il 5 agosto 2020 a Bologna il percorso che dovrà portare, entro ottobre, alla sottoscrizione di un piano d’azione condiviso dalla Regione con tutte le forze economiche, sociali, associazioni d’impresa, professioni, enti locali, organizzazioni sindacali e di categoria. Al contempo parte il percorso di confronto con interlocutori e associazioni che si occupano di cambiamenti climatici e come affrontarli, per raccogliere contributi qualificati. Non a caso la tutela dell’ambiente è uno degli obiettivi strategici della programmazione 2021-2027 dei Fondi europei, a cui la Regione sta lavorando con una strategia costruita insieme ai firmatari del Patto per il lavoro. La costituzione del nuovo Patto consentirà dunque di finalizzare le azioni regionali verso un utilizzo sempre più efficace delle risorse europee.
Verso il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima
Il percorso di costituzione del nuovo Patto è stato introdotto dal presidente dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che insieme agli assessori della sua Giunta Vincenzo Colla, Elly Schlein e Paolo Calvano ha illustrato i cardini di cui si comporrà il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima.
Quattro assi fondamentali e tredici titoli chiave per creare un perimetro che negli aderenti al Patto ha trovato un’adesione convinta su temi, metodi e sul percorso. Un nuovo Patto visto quindi come un progetto per l’Emilia-Romagna a cui tutti possono dare un contributo, un patto di impegni con un reciproco riconoscimento del ruolo di ciascuno dei soggetti firmatari.
Un Patto che sottolinea un nuovo e maggiore ruolo delle città e dei territori nella ricostruzione di un nuovo sviluppo, basato su buona sanità, pubblica e per tutti, con un forte rilievo dei saperi e delle competenze, stili di vita e consumi più sostenibili, centralità della scuola, digitalizzazione. Uno sviluppo equo, attento al contrasto delle diseguaglianze, una transizione ecologica che punti sul capitale umano e metta al centro il lavoro e il clima.
I commenti
“È per noi un’occasione storica - ha commentato il presidente Bonaccini - contrariamente al primo Patto per il lavoro e la legalità, stavolta la programmazione è nelle nostre mani, avremo la possibilità inedita di poter decidere cosa fare, quanto investire, dove, in un’azione condivisa. Io voglio avere fiducia sull’uscita dalla recessione, il 99% delle attività economiche in Emilia-Romagna è aperto e il risparmio dei suoi abitanti è cresciuto. Dobbiamo aggredire i prossimi mesi e anni. Le stime ci dicono che avremo un calo del Pil inferiore a quello nel resto del Paese. Ma nel 2021 avremo un rimbalzo positivo: una volta che si sia definitivamente ucciso il virus, qui potremmo rimontare prima di altre aree, abbiamo gli strumenti finanziari e puntiamo sugli investimenti. È una bella sfida - ha concluso Bonaccini - ma non dobbiamo avere paura, credo che abbiamo dimostrato in questi anni di saper interpretare sfide del genere. Abbiamo il dovere di provare a dare una mano all’Emilia-Romagna, perché così diamo una mano anche al Paese”.
Vincenzo Colla, assessore a Sviluppo e lavoro, ha tracciato lo scenario in cui questo nuovo patto si collocherà, un contesto economico e sociale in cui “l’impatto degli ammortizzatori ha avuto una tenuta formidabile. Ma i segnali di ripresa sono evidenti: se l’autunno sarà galantuomo - ha detto Colla - con una crescita alle spalle durata 6 anni che ha portato nel 2019 a un +7 % di Pil, nel 2020 avremo un prodotto interno lordo che risentirà della crisi meno che a livello nazionale. Ma soprattutto nel 2021 il rimbalzo positivo ci sarà e noi vogliamo tornare agli indicatori economici pre covid entro il 2022: questo è il nostro obiettivo strategico, il ruolo del Patto. Un Patto che per la prima volta si colloca a monte della discussione sul Recovery fund, risorse 2021/27 Ue e l’eventuale Mes, che determinano il futuro degli investimenti insieme alle loro priorità”.
“Il nuovo Patto - ha aggiunto la vicepresidente della Regione, Elly Schlein - da costruire insieme attraverso la raccolta di contributi, integra una visione del futuro dell’Emilia-Romagna: ripartire attraverso la creazione di lavoro di qualità, attuando la transizione ecologica e contrastando le diseguaglianze. Abbiamo voluto integrare nel Patto ambiziosi obiettivi climatici: l’azzeramento delle emissioni climateranti prima del 2050, il 100% di energie pulite e rinnovabili entro il 2035, in linea con le ambizioni e le nuove direttrici di investimento europee”.
“Una regione - ha aggiunto la vicepresidente - che sia sempre più della conoscenza e dei saperi, dai servizi per l’infanzia all’Emilia-Romagna come grande polo della cultura e della creatività, e dei diritti con il contrasto delle diseguaglianze territoriali, economiche, sociali e di genere che impediscono uno sviluppo equo e sostenibile”.
L’assessore al Bilancio Paolo Calvano ha quindi posto l’accento sul tema della semplificazione, auspicando “un atteggiamento condiviso della Pubblica amministrazione, dall’Unione europea ai Comuni, perché serve un’azione di sistema. Come Regione Emilia-Romagna siamo determinati a farlo. Dove ci sono procedure ridondanti bisogna fare uno sforzo per superarle. Dobbiamo essere orientati al risultato per rendere più celere la Pubblica amministrazione e trasformarla in un alleato di cittadini e imprese, e non una controparte. E soprattutto, semplificazione e legalità non devono mai entrare in conflitto ma sostenersi a vicenda. Semplificazione infine significa anche digitalizzazione, per facilitare l’accesso ai servizi per cittadini e imprese”.