Fare comunità per creare sviluppo
Le Aree interne dell’Emilia-Romagna coinvolgono 71 comuni di cui 35 in area di progetto. Prevedono 4 strategie di sviluppo locale e 88 interventi programmati per quasi 70 milioni di euro: 27 milioni dal Programma di sviluppo rurale, 15 dalla Legge di stabilità nazionale, 11 dal Por Fesr, 3 dal Por Fse, 1,5 dai Piani di azione locale del Programma Leader e 9,5 milioni di euro da risorse locali pubbliche e private.
Per condividere questo percorso di sviluppo, si è tenuto a Bologna il 2 ottobre 2019 il primo incontro della Regione con le quattro Aree interne regionali beneficiarie della Strategia nazionale: Appennino Emiliano, Basso Ferrarese, Appennino Piacentino-Parmense, Alta Valmarecchia. Un’occasione per riflettere sugli indirizzi di sviluppo delle aree e illustrare lo stato di avanzamento del negoziato sulla programmazione dei fondi europei per il prossimo periodo, 2021-2027, nel momento in cui sta per concludersi il processo di elaborazione delle strategie e l’identificazione degli interventi da attuare.
Le strategie individuate
Ognuna delle 4 strategie si fonda su una idea-guida che definisce le linee di sviluppo di quel particolare territorio. La Montagna del latte è quella dell’Appennino Emiliano, per innovare e accrescere il valore aggiunto della filiera del Parmigiano, anche attraverso l’associazione Gusto&Salute. Fare ponti è il titolo della strategia nel Basso ferrarese, per creare collegamenti materiali e immateriali a supporto dello sviluppo e per riattivare i legami di comunità. Nell’Appennino piacentino-parmense la strategia è Appennino Smart, per nuove idee per un territorio effettivamente unitario, attrattivo, sicuro. Paesaggi da Vivere è la strategia dell’Alta Valmarecchia, per coniugare bellezza e qualità ecologica del paesaggio come driver di cambiamento e crescita economica della vallata.
Il contributo dei Fondi europei
Le azioni programmate con i Fondi europei Por Fesr e Por Fse agiscono in sinergia fra loro. Consentono ad esempio la riqualificazione energetica degli edifici scolastici e il miglioramento delle infrastrutture di trasporto per quanto riguarda il Por Fesr. Attivano percorsi di formazione e di orientamento al lavoro e misure di contrasto alla dispersione scolastica grazie al Por Fse.
Il commento
“Fare comunità per migliorare la qualità della vita delle persone, rafforzare la base produttiva e incrementare le opportunità di lavoro nelle aree più periferiche del territorio regionale, ‘avvicinandole’ alle aree più forti. Sono gli obiettivi che ci siamo dati in Emilia-Romagna per le aree interne, divenute perno delle politiche di sviluppo dell'intero territorio regionale”. Così ha commentato l’incontro l’assessore regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi.
“La Regione Emilia-Romagna, con le proprie politiche di sviluppo territoriale, ha scelto di partire dalle aree marginali e non dalle città - ha sottolineato l’assessore - Ora bisogna uscire dalla fase laboratoriale mettendo a disposizione l’esperienza realizzata e i metodi innovativi anche al resto del Paese”.
Oltre all’assessore Patrizio Bianchi erano presenti all'incontro i sindaci referenti delle Aree interne: per l’Appennino Emiliano Enrico Bini, primo cittadino di Castelnovo Monti; per il Basso ferrarese Andrea Zamboni, sindaco di Riva del Po; per l’Appennino Piacentino parmense il sindaco di Bettola, Paolo Negri, e per l’Alta Valmarecchia Marcello Fattori, sindaco di Maiolo.