I risultati della Strategia di specializzazione intelligente
La Strategia di specializzazione intelligente (S3) è uno strumento utilizzato in tutta l’Unione europea per migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche per la ricerca e l'innovazione nel periodo di programmazione dei Fondi europei 2014-2020. Attraverso la propria S3, che è parte integrante del Por Fesr, la Regione Emilia-Romagna ha costruito un quadro strategico di azioni con l'obiettivo del rafforzamento competitivo e della crescita occupazionale del sistema economico regionale. Grazie a questa strategia, nel periodo compreso tra 2014 e i primi due mesi del 2019 sono stati investiti quasi 2,6 miliardi di euro in 6.500 progetti, a favore di imprese, università e centri di ricerca, enti di formazione ed enti locali. Questi dati sono stati elaborati da Aster, attraverso un sistema di monitoraggio pubblico che fornisce tutti gli aggiornamenti per misurare i risultati raggiunti e per l’analisi dei contributi della Regione Emilia-Romagna.
Che cosa è stato finanziato
Secondo i dati elaborati, il 43% dei progetti monitorati sono relativi a ricerca e innovazione. Ad essi si aggiungono gli investimenti produttivi utili per assorbire e mettere a valore i risultati dell’innovazione.
Alle imprese sono andati i due terzi dei contributi pubblici concessi, 736 milioni di euro su 1.133 milioni: di questi oltre 730 milioni provengono dalla Regione, in larga misura riconducibili ai fondi strutturali europei, mentre oltre 372 milioni provengono dai bandi finanziati con risorse nazionali o del programma Horizon 2020.
Dal punto di vista settoriale, l’ambito della Meccatronica e motoristica è nettamente prevalente per le attività di R&S, rappresentando il 30% del totale dei progetti e quasi il 40% in termini di risorse finanziarie. Anche gli altri due ambiti identificati dalla S3 come portanti nell’economia regionale - Agroalimentare ed Edilizia e costruzioni – hanno un peso importante (circa il 15% ciascuno), mentre i due ambiti emergenti – Industrie della salute e del benessere e Industrie culturali e creative - seguono a distanza rispettivamente con il 12 e l’8%.