Commercio, contributi per il rilancio dei piccoli esercizi
Dai piccoli negozi ai bar, dai ristoranti alle botteghe. Fondamentali per la vita e l'identità stessa delle comunità locali, spesso fulcro di piazze e aree urbane, sono i punti vendita tradizionali dell’Emilia-Romagna, molte volte attività di vicinato, che la Regione vuole sostenere attraverso fondi che andranno direttamente agli operatori commerciali. Modalità resa possibile grazie alla imminente modifica della legge 41 del 1997 che regola la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva, già inserita nel collegato all’assestamento di bilancio 2019, in Assemblea legislativa entro fine mese. Dopo l'intervento normativo, subito dopo l’estate verrà definito il bando che metterà a disposizione 4 milioni di euro, 2 di risorse Por Fesr per il 2020 e 2 dai fondi regionali previsti dalla stessa legge 41/97 per il 2021.
La Giunta regionale interviene ancora una volta per promuovere lo sviluppo dei piccoli esercizi commerciali ritenuti ‘fattori strategici di attrattività e rivitalizzazione dei centri storici, dei paesi e delle frazioni’. Nel complesso, salgono così a oltre 14 milioni di euro (14,4) i fondi – europei e della Regione - erogati dal 2017 a oggi per incentivare la competitività e la qualificazione degli esercizi tradizionali.
Le novità
In particolare, con le modifiche alla legge regionale 41, si potranno concedere contributi direttamente agli operatori commerciali con l’obiettivo di promuovere la qualificazione e la competitività degli esercizi tradizionali. Si tratta delle piccole e medie imprese fino a 40 addetti che esercitano attività di vendita negli esercizi di vicinato (quelli con una superfice fino a 150 metri quadrati nei Comuni fino a 10.000 abitanti e fino a 250 metri quadrati negli altri Comuni) e le attività di somministrazione di alimenti e bevande. Sono inoltre previsti meccanismi premiali per chi è in affitto, costo che specie nei centri storici si fa sentire, limitando le possibilità di investimento sulla qualificazione dei punti vendita. Saranno inoltre sperimentati incentivi innovativi a supporto della capacità di adattamento e resistenza di queste attività in un periodo di perdurante crisi economica.
I fondi per i piccoli esercizi
Questa nuova misura potrà così andare ad aggiungersi alle altre azioni della Regione a sostegno di botteghe e negozi tradizionali, per potenziare le aree del commercio nei quartieri e nei centri storici delle città che, per il 2017, hanno visto uno stanziamento complessivo di 3,4 milioni di euro. Contributi che sono serviti a finanziare 36 progetti per la riqualificazione dei centri commerciali naturali, presidi importanti della qualità urbana e sociale.
Un finanziamento seguito nel 2018 da ulteriori 3,2 milioni di euro a sostegno di 33 interventi da Piacenza a Rimini che dovranno essere completati entro il 2020. Finanziate tra l’altro: nuove pavimentazioni e nuove illuminazioni, ma anche soluzioni di arredo urbano capaci di rendere ancora più attraenti le vie dello shopping e i mercati delle nostre città.
Per finire quest’anno col bando Por Fesr da 3 milioni di euro per contributi a fondo perduto per promuovere l’innovazione tecnologica degli esercizi commerciali di vicinato attraverso progetti quali vendite online, “vetrine intelligenti”, innovazione gestionale, attrezzature. E l’ulteriore bando, ancora aperto, per 800mila euro per progetti di insediamento e sviluppo di esercizi commerciali polifunzionali nelle aree scarsamente popolate.
Il commento
“È una nuova iniezione di risorse per rivitalizzare un settore estremamente importante per le comunità e i territori, che è stato particolarmente colpito dalla crisi dei consumi degli ultimi anni – ha dichiarato Andrea Corsini, assessore regionale al Commercio, nel corso della conferenza stampa del 15 luglio 2019 a Bologna in Regione - Con questo provvedimento ci proponiamo di dare una nuova spinta al processo di ammodernamento dei piccoli esercizi commerciali fornendo, con contributi diretti, nuove leve per competere e migliorare l’economia di un comparto strategico sia per lo sviluppo dei piccoli centri che per quello delle città. È un buon lavoro di squadra fatto insieme alle associazioni di categoria”.