L'Emilia-Romagna in prima linea per un ruolo centrale delle Regioni in Europa
Il futuro delle politiche di coesione e la necessità di un ruolo centrale delle Regioni nella definizione dei Fondi europei sono al centro della prima missione a Bruxelles di Alessio Mammi, in veste di assessore ai Rapporti con la Ue. Una due giorni fitta di impegni, tra cui l’incontro con il commissario europeo al Bilancio, Piotr Serafin, e il vicepresidente esecutivo della Commissione europea con deleghe a coesione e riforme, Raffaele Fitto. Si concluderà con un confronto al Comitato europeo delle Regioni, la visita alla delegazione della Regione Emilia-Romagna e la partecipazione alla reception annuale organizzata dalla Nouvelle Aquitaine.
“A Serafin e Fitto abbiamo ribadito l’importanza di conservare un forte ruolo delle Regioni nel processo di programmazione e attuazione della politica di coesione del futuro- commenta Mammi-. Nel riconoscere la necessità di riformare la politica di coesione, chiediamo che questa mantenga un orientamento territoriale, basato sul dialogo con l’Unione europea e sulla gestione condivisa.”
Proprio insieme ad Alain Rousset, presidente della Regione francese Nouvelle Aquitaine, gemellata dal 1999 con l’Emilia-Romagna, e con la quale divide anche la sede a Bruxelles, Mammi ha guidato una delegazione di presidenti e ministri regionali della rete EURegions4Cohesion. Hanno partecipato anche i governatori Francesco Rocca (Lazio) e Vito Bardi (Basilicata). Nata alla vigilia delle elezioni europee, la rete EURegions4Cohesion ha l’obiettivo di tutelare la gestione della Politica di coesione europea dai rischi di una ricentralizzazione a livello nazionale. A oggi hanno aderito 144 Regioni europee, per chiedere alla Commissione europea di mantenere l’attuale modello di gestione condivisa con le Regioni della Politica di coesione anche dopo il 2027.
La rete Euregions4Cohesion
Promossa dalla Nouvelle Aquitaine e dall'Emilia-Romagna, conta a oggi 144 Regioni provenienti da Germania, Austria, Belgio, Spagna, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia. Questa iniziativa è inoltre sostenuta da due reti, la Conferenza delle Regioni periferiche marittime (Crpm) e il Network europeo per la Ricerca e l’innovazione delle Regioni (Errin).
A maggio 2024 è stata inviata una lettera alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, con la richiesta di avere un vicepresidente esecutivo alla Coesione e di mantenere centrale il ruolo delle Regioni nelle future politiche. Un’azione che ha contributo all’inclusione nelle linee guida di von der Leyen di un paragrafo dedicato alle “necessità di una politica di coesione e di sviluppo rafforzata con le Regioni al centro”. Inoltre, a ottobre scorso è stato organizzato un evento sul tema con Regioni provenienti da 16 Stati membri e oltre 40 europarlamentari di diversi gruppi politici.
Il Fondo europeo di sviluppo regionale in Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna si distingue per un approccio integrato e strategico nell’utilizzo dei fondi europei della Politica di coesione, con particolare riferimento ai Programmi regionali del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo Plus.
Il Programma regionale Fesr 2021-2027, che dispone di oltre 1 miliardo di euro, destina oltre il 53% delle risorse a Ricerca e innovazione e alla Transizione digitale e il 30,9% sono indirizzate alla lotta al cambiamento climatico. Molta attenzione è stata messa sullo sviluppo territoriale attraverso l’azione di due strumenti: le Agende trasformative urbane per lo sviluppo sostenibile - Atuss che hanno portato all’approvazione di 14 strategie e 109 progetti territoriali e le Strategie territoriali per le aree montane e interne - Stami che hanno visto approvare 9 strategie che interessano 7 aree, per un totale di 109 progetti territoriali.
Grazie a questa governance partecipata, che coinvolge enti locali e principali attori economici e sociali, la Regione garantisce un utilizzo efficace delle risorse europee, favorendo uno sviluppo equo e inclusivo.